23 febbraio 2013

Gelo di cannella

Il vento dell’inverno le bruciava il viso come usciva di casa; e lei guardava sempre oltre il cancello: vi arrivava a passi veloci, stando comunque attenta a non scivolare.
Poi correva via, lasciandosi alle spalle il vialetto, la casa, sperando che la giornata la portasse lontano, dai pensieri, dai ricordi, dai sogni.
Ma in fondo cosa sono i sogni? Schiaffi gelidi che da tempo evitava, nonostante il gelo.
Fin quando, un mattino, la brina nel suo giardino le rapì lo sguardo: bianca come zucchero sull’erba sofferente, sulle foglie degli ulivi e la pianta di salvia che, imperterrita, si curava da sola.
Era trascorso poco più di un anno e, dondolandosi sui tacchi, fumando aria dai polmoni, ripensò a quella prima volta che non avrebbe dovuto esserci, che non avrebbe dovuto squarciarle l’anima e tirarle fuori le emozioni.
Ma questo accadde, insieme al risveglio dei sensi, al piacere di soffermarsi nello scoprire i profumi, nel percepirne le sfumature, i colori e i sapori. Perché anche i sapori hanno tonalità nascoste…
Ricordò i suoi libri di ricette, che in gioventù aveva consumato con letture avide e mani sporche di frenetica attività, atti a donarle gioia e altrettanta soddisfazione nel distribuirla ai suoi cari con manicaretti su tavole imbandite.
Tra questi uno in particolare, seppur trattasse di dolci, amaro come il fiele; ma lì stava e ogni tanto si faceva aprire come per dire: «Non mi abbandonare».
Avesse almeno nevicato, si sarebbe rinchiusa nel suo guscio, che niente aveva a che fare con le pareti di una stanza in particolare.
Aveva tutto per preparare un delizioso gelo, tranne la cannella…
Ma aveva dimenticato, cancellato, perso l’usanza di curare la dispensa.
Di spezie è condita la vita: senza si muore lentamente, nell’insipidità ci si ingrigisce.
Così finalmente rialzò lo sguardo.
Un cancello; è solo uno stupido cancello. E tornò indietro.
Rientrando in casa si disse: «Oggi ho voglia di cucinare…» 

29 gennaio 2013

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Gelo di cannella © Paula Becattini

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La ricetta
GELO DI CANNELLA AI PISTACCHI

Ingredienti: 
200 g di stecche di cannella, 700 g di zucchero, 200 g di amido, 20 g di pistacchi, 2 litri di acqua.

Lasciate a macerare per una notte, nell’acqua, le stecche di cannella e successivamente fate bollire il tutto, e lasciate poi riposare per circa un giorno.
Rimettete sul fuoco, aggiungendo l’amido e lo zucchero, sempre mescolando, finché non si addensa.
Lasciate raffreddare e spolverate con i pistacchi tritati.

8 ottobre 2011

È tempo di castagne!

La castagna, fin dai tempi antichissimi è stata una gran risorsa alimentare per le popolazioni rurali in quanto utilizzata per la produzione di farine. Oggi ha un'importanza marginale e relativa alla produzione di dolci tipici come il Castagnaccio e il Panmorone.
Mentre è ancora diffuso il consumo di questo frutto nei mesi autunnali e il suo utilizzo per la produzione di confetture e marron glacé.

Le castagne sono ricche di carboidrati complessi cioè amido (che le conferisce la dolcezza tipica dopo la cottura), fibre (e quindi indicate in caso di anemia e stitichezza), potassio e vitamine del gruppo B. Possono essere bollite oppure arrostite sul fuoco o in forno e in cucina utilizzate per la preparazione di piatti che vanno dal primo al dolce!
Al momento dell'acquisto devono essere sode, cioè la buccia aderire alla polpa senza essere raggrinzita, non presentare piccoli fori e il colore brillante e uniforme.
In Italia esistono molte varietà di castagne e tra le più famose ci sono quelle del Mugello (certificate IGP) e di Marradi in Toscana.
La distinzione tra castagne e marroni non è sempre chiara e il prezzo di acquisto dipende dalla loro calibratura. Una castagna di taglio grosso non vuol dire però che è più dolce di una piccola, ma in genere quest'ultime sono destinate alla bollitura.
Possono essere congelate crude, ma i migliori risultati si ottengono congelando quelle arrostiste e sgusciate: prima di consumarle vanno fatte scongelare lentamente e poi mangiate leggermente scaldate in forno.

Oggi vi propongo due ricette, a base di questo frutto, un po' particolari.
Ma attenzione, le castagne sono altamente sconsigliate a chi soffre di colite, gastrite e aria nello stomaco!

Pollo con castagne
Ingredienti: (per 4/6 persone) 500 gr di castagne secche, 1 pollo, 2 cucchiai d'olio, 3 porri (tagliati a pezzetti), 3 cucchiai di sherry, 6 cucchiai di salsa di soia, 3 pezzi di zenzero.

In una pentola con acqua, fate cuocere le castagne a fuoco lento, per circa un paio d'ore. Mettete il pollo in casseruola con l'olio e due tazze di acqua; portate a bollore, aggiungete i porri, lo sherry, lo zenzero, coprite e lasciate cuocere per 1 ora circa, finché il pollo è tenero. Aggiungete le castagne con la loro acqua e lasciate il tutto sul fuoco, col coperchio, per altri due minuti. Servite il piatto caldo.


Verza ripiena (contorno)
Ingredienti: (per 4 persone) 500 gr di verza, 100 gr di funghi, 3 cipolle, 1 spicchio d'aglio, 300 gr castagne, acqua, olio, prezzemolo, sale q.b.

Arrostite le castagne in forno e quindi sbucciatele. Nel frattempo pulite la verza e bollitela per qualche minuto in poca acqua leggermente salata. Tritate le cipolle e rosolatele in una pentola con poco olio, sino a quando diventino morbide e trasparenti; aggiungete l'aglio affettato finemente. Dopo qualche minuto unite anche i funghi precedentemente lavati, asciugati e affettati sottilmente; lasciate rosolare, abbassate quindi la fiamma e continuate la cottura a fuoco lento per una ventina di minuti, aggiustando di sale prima di togliere dal fuoco. Riempite quindi le foglie di verza con la salsa di funghi e arrotolatele, legandole poi con un filo. Disponetele in una pentola unta d'olio, versateci le castagne tutt'intorno, coprite e lasciate cuocere a fuoco molto moderato, con una retina frangifiamma, per un'ora circa.

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5 settembre 2011

Cetrioli? Non la solita salsa!

Il cetriolo (Cucumis sativus) è un frutto originario dell'India.
Dalla forma allungata, buccia di colore verde, spessa e leggermente bitorzoluta, ha la polpa bianca, succosa e leggermente acidula.
Viene utilizzato soprattutto come componente nelle insalate miste.
Praticamente privo di calorie (13 kcal per 100 gr di prodotto), viene utilizzato tantissimo nelle diete dimagranti e consumato crudo. Composto prevalentemente da acqua (circa il 96%) è ricco di sali minerali (potassio, calcio, fosforo e sodio), risultando quindi diuretico, e di vitamina C.

In cosmetica ha proprietà rinfrescanti, ammorbidenti e astringenti, donando maggiore elasticità alla pelle.

I cetrioli tuttavia sono poco digeribili, in particolare per i bambini.
Ecco alcuni trucchi da utilizzare per evitare questo inconveniente.
Scegliete sempre cetrioli di piccolo taglio, verificando che siano sodi, con la buccia di colore verde intenso senza striature più chiare e che non siano ammaccati o avvizziti.
Sbucciateli, tagliateli a fettine sottili, disponeteli su di un piatto e metteteli sotto sale per fargli spurgare il liquido amarognolo; oppure ricopriteli con del latte leggermente zuccherato.
In entrambi i casi, dopo 10/15 minuti, lavateli, fateli scolare e conditeli a piacere.
Attenzione al condimento, però! Hanno un alto tasso assorbente…

Crostini ai cetrioli

Ingredienti: 2 cetrioli medi, 200 gr di yogurt naturale, 100 gr di panna da cucina, 2 spicchi d'aglio, qualche chicco di pepe nero, foglioline di menta, pane pugliese, sale.

Sbucciate e grattugiate i cetrioli. Schiacciate gli spicchi di aglio e aggiungeteli alla purea di cetriolo. Mescolate, salate e unite lo yogurt, la panna, le foglie di menta a strisce e il pepe. Tenete il tutto per un'ora in frigorifero. Intanto tagliate a fettine il pane e fatelo abbrustolire. Servite con fette di pane tagliate a quadratini.

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15 luglio 2011

In principio dissetava e cibava gli uomini del deserto…

Cresceva selvatico nel deserto del Kalahari (sud Africa) e anche gli animali ne approfittavano.
I Faraoni se lo portavano come cibo durante il viaggio nell'aldilà, infatti svariati geroglifici ne testimoniano la sua coltivazione.
E se lo mangi a fette senza coltello e forchetta ti lavi il viso e la pelle ne giova.
Parlo del cocomero (Citrullus lanatus), o anguria, appartenente alla famiglia delle Cucurbitacee, nella quale rientrano anche il cetriolo e il melone.
Può essere tondo o ovale, è una pianta annuale con fusto erbaceo rampicante con le foglie grandi e pelose.
Quando ero bambina, la mamma mi raccontava, ne andavo ghiotta e addirittura lo mangiavo con il pane. Potrà inorridire qualcuno, ma ho scoperto recentemente che a Diyarbakir, in Turchia, pane e anguria era l'unico pasto che potevano permettersi gli ex prigionieri/curdi insieme a un bicchierino di tè molto zuccherato.

L'anguria è costituita in prevalenza d'acqua (oltre il 90%); è ricca di zuccheri semplici (fruttosio), vitamina C e di una discreta quantità di potassio.
Per questo motivo è un ottimo dissetante e diuretico, per cui è indicata in caso di ipertensione, ritenzione idrica, cellulite e gonfiore alle gambe.
Il rosso della polpa si deve alla presenza di carotenoidi, sostanze antiossidanti, come il licopene.
Contiene anche l'aminoacido citrullina che, reagendo agli enzimi del corpo umano, si trasforma in arginina, un vasodilatatore: un viagra naturale! Peccato che sia presente soprattutto nella buccia e nella parte bianca…

L'anguria si abbina bene nelle insalate con pomodoro, lattuga, carota, cipolle ed è ottima per la preparazione di bevande, macedonia e gelati.
In cosmesi la sua polpa diventa una maschera molto idratante e con il suo succo si fanno ottime lozioni per la pelle.
I semi invece è bene evitarli in quanto danno un effetto lassativo non sempre apprezzato.
Un etto di cocomero apporta circa 30 calorie, quindi è adatto in caso di dieta.

Granita di cocomero alla menta

Ingredienti: 800 gr di polpa di cocomero maturo, 200 gr di cubetti di ghiaccio, un quadrato di cioccolato fondente, 3 foglie di menta più qualcuna per decorare, zucchero di canna a piacere.

Frullate nel mixer la polpa fredda del cocomero insieme al ghiaccio e a 3 foglie di menta (potete aggiungere, a piacere, dello zucchero di canna). Sul fondo del bicchiere mettete il cioccolato fondente tritato e versatevi poi il frullato. Decorate con una foglia di menta e qualche scaglia di cioccolato.

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7 luglio 2011

Gambero o gamberetto?

Gambero o gamberetto?
Questo il dilemma…
Il nome lo dice: differenziano per le dimensioni.
Il primo varia di lunghezza tra i 7 e i 20 cm; il secondo al di sotto dei 10 cm e non possiede le chele.
Esiste poi il gambero di fiume (che vive in acque dolci), che appartiene alla famiglia degli asticidi e ha un aspetto simile a quello delle aragoste (la sua dimensione varia dai 2 ai 40 cm); il gambero di mare, invece, si distingue nella formologia, nelle dimensioni e ha due chele più poderose di diversa dimensione.

In cucina, gamberi e gamberetti di mare vengono utilizzati in svariati modi e durante tutto il periodo dell'anno. In estate, poi, si abbinano bene alle insalate, rendendole ancor più stuzzicanti.
È bene ricordare che non necessitano di cotture lunghe, altrimenti la loro carne si asciuga e s'indurisce.
Al momento dell'acquisto il corpo deve essere rigido e sodo (indice di freschezza) senza presentare macchie; non devono odorare di ammoniaca, considerato il loro odore naturale delicatissimo; vanno consumati prima possibile conservandoli in frigo per non più di un giorno.
In alternativa di possono congelare a -18°C in sacchetti alimentari togliendo il più possibile l'aria all'interno oppure acquistarli già surgelati in alternativa.

E a livello nutrizionale?
Non pensiate che si equivalgano, soprattutto in caso di dieta!
Entrambi sono prevalentemente formati d'acqua e contengono un alto apporto proteico.
Ma il gambero è oltretutto ricco di fosforo, potassio, sodio, vitamina A e vitamina D, oltre ad avere un limitato contenuto di colestero.
Il gamberetto, invece, non contiene affatto vitamina A, ha poco potassio, è ricchissimo di sodio (7 volte quello dei gamberi!) e contiene il doppio di colesterolo (250 mg circa).

Insalata di gamberetti
Ingredienti: (per 4 persone) 300 gr di gamberetti lessi, 600 gr di carote, un mazzetto di rucola, 3 cucchiai di olio d'oliva, succo di un limone, succo di mezza arancia, sale e pepe bianco.

Mondate la rucola, lavatela e asciugatela, quindi, dopo averla tagliata a striscioline, disponetela su un vassoio. In una terrina mettete i gamberetti e le carote tagliate a fiammifero. Condite con olio, succo d'arancia e limone, sale e pepe bianco appena
macinato. Mescolate bene e distribuite il tutto sul letto di rucola. Potete guarnire il bordo del piatto con fettine di limone e fettine di arancia.
Lasciare riposare l'insalata per circa 20/30 minuti in frigo.

Gamberi e limone
Ingredienti: (per 4 persone) 800 gr di gamberi freschi, 8 foglie di limone, 2 scorze di limone, 1 mazzetto di prezzemolo, 2 spicchi d'aglio, olio d'oliva, sale e pepe.

Sgusciate i gamberi e conditeli con del sale, pepe, prezzemolo, aglio e le scorzette di limone tagliate a striscioline molto sottili. Versate un filo d'olio e mescolate bene il tutto in modo che i gamberi siano ben unti ed amalgamati con gli aromi.
Disponete su 4 foglie di limone ben lavate e chiudete con le altre 4 foglie in modo da ottenere dei piccoli cartocci chiusi con uno stuzzicadenti.
Cuocete il tutto al forno per 5 minuti e servite il piatto caldo.

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2 luglio 2011

Pizza e Vino: matrimonio o separazione?

Perché abbinare il vino alla pizza?
Da sempre l’accompagniamo con la birra, di solito chiara e a bassa fermentazione, e certamente non voglio qui sfatare un mito, in quanto non sbagliato.
Ma a pensarci bene la pizza con un buon bicchiere di vino non è altro che un abbinamento logico e naturale.
Ma se state leggendo questo articolo è perché qualcosa vi ha incuriosito! Avrete modo di scoprire quanto è più fruttuoso soffermarsi su questo tipo di abbinamento: una volta “sperimentato” sarete sicuramente arricchiti e ciò vi aiuterà nelle scelte future, se preferire “bacco” oppure una “bionda”… perché in entrambi i casi vale la stessa regola: ad ogni tipo di pizza la sua birra o il suo vino.
Nel momento della scelta del vino è bene porsi alcune domande.
Fondamentale è sapere se la pizza è condita. Con cosa? Pomodoro? Altre salse?
Che tipo di guarnizione ha: ci sono salumi, carne, pesce, verdure?
E il formaggio: fior di latte, mozzarella di bufala, formaggio di capra, erborinato (gorgonzola), ricotta o stracchino?
Dare una risposta a queste domande aiuta molto a fare la scelta giusta.
C’è chi non si preoccupa del tipo di pasta, che comunque ha una tendenza dolce e con la cottura nel forno a legna acquista note affumicate e amarognole.
Ecco allora alcuni miei suggerimenti di abbinameno a tal riguardo, che non sono il verbo, anche perché ognuno di noi, alla fin fine, deve tener conto dei propri gusti personali.
Dove è stato possibile, ho cercato di fare un abbinamento di prodotti regionali, altra regola da seguire negli abbinamenti cibo-vino.
Iniziamo!

Margherita con bufala
Abbiamo la dolcezza della pasta e l’acidità pronunciata della salsa di pomodoro.
La Margherita necessita quindi di un bianco secco, fresco, leggero, morbido, dai profumi agrumati e minerali, che valorizzi questa ricetta semplice ma perfetta.
Nel nostro caso siamo in presenza anche della mozzarella di bufala, che apporta grassezza e sapidità.
Per “lavare via” tale grassezza senza sovrastare tutto il resto cosa è meglio di un prosecco dalla spiccata sapidità, buona acidità, profumi fruttati e, soprattutto, le bollicine (che fungono da spazzola salivare)?!?
Vino consigliato: Prosecco Conegliano e Valdobbiadene (Veneto). Colore giallo paglierino brillante. Al naso frutta gialla come mela, pera, fiori bianchi e glicine. In bocca ricorda il sapore del fruttato. Sapido. Finale di mandorla.

Pizza integrale al tartufo
Assenza di pomodoro. Dolcezza di fondo data sia dalla pasta integrale, ma più aromatica di quella bianca, che dal fior di latte.
Abbiamo tuttavia l’aromaticità, spiccata, del tartufo che è un fungo, semplice, raro, prezioso e ipogeo, cioè che nasce e vive sottoterra.
Ne esistono di varie tipologie. Qui ovviamente ci soffermiamo sul suo aroma. Il vino da abbinarvi, bianco o rosso che sia, deve comunque avere un bouquet intenso e persistente e poca struttura.
Vino consigliato: bianco IGT delle Marche. Uvaggio: Verdicchio, Chardonnay e Malvasia. Giallo paglierino con tonalità verdognole. Abbastanza profumato. In bocca morbido e sapido.

Pizza kamut radicchio rosso e provola
Salsa di pomodoro. Dolcezza di fondo data dalla pasta.
Note amarognole del radicchio rosso; grassezza e note affumicate della provola.
Si tratta di una pizza difficile da abbinare.
In presenza di una tendenza amara è sempre bene scegliere un vino non particolarmente tannico perché avrebbe un effetto negativo sull’armonia finale, accentuandola (il tannino è amaro). Informazione che vi sarà utile in futuro, quando andrete a scegliere un rosso da abbinare, per esempio, a dei funghi trifolati o una frittura di porcini…
Nel nostro caso però abbiamo bisogno di un bianco morbido per bilanciare l’amaro del radicchio, dotato di sapidità e buona acidità per ripulire la bocca dalla grassezza del formaggio.
Vino consigliato: Grillo in purezza (Sicilia). Colore giallo paglierino carico. Buon corredo aromatico, con sentori erbacei, floreali e note agrumate. In bocca è sapido, dotato di buona acidità e di una equilibrata morbidezza, ottima struttura gustativa.

Pizza mare e monti
Siamo in presenza di un abbinamento complesso dato dai gamberetti con i funghi porcini.
I funghi essendo ortaggi generalmente accompagnano una portata, soprattutto carne, più raramente il pesce, o vengono cucinati come condimento per paste o risotti.
La sua percezione gustativa predominante è la tendenza amarognola.
Siamo poi in presenza dell’acidità data dalla salsa di pomodoro e della dolcezza – che alla fine predomina – della pasta, del fior di latte e dei gamberetti.
Fa al caso nostro un rosato, che abbia le caratteristiche di un bianco ma con una leggera tannicità.
Vino consigliato: rosato IGT del Piemonte. Uvaggio: Merlot e Barbera. Al naso delicato, fresco, gradevole, che ricorda la ciliegia e il melograno. In bocca morbido, sapido, leggermente tannico, fresco e abbastanza persistente.

Pizza maialona
Acidità della salsa di pomodoro. Dolcezza di fondo data dalla pasta e dal fior di latte.
Qui siamo in presenza di carne e troviamo la succulenza, la grassezza e la corposità apportati dalla salsiccia e dal salamino piccante abbinati al wurstel e al prosciutto cotto.
Ciò ci indirizza verso un rosso giovane ma di corpo, dal moderato tasso alcolico, fresco, con un basso livello di tannicità (niente amaro), un buon livello di fruttato, giovane di maturazione in bottiglia, capace di contrastare sensibilmente l’eccesso di grassi e la succulenza della pizza, pulire la bocca e agevolare la digestione.
Vino consigliato: Chianti giovane (Toscana). Uvaggio: Sangiovese. Con la maialona non si poteva che scegliere un vino toscano! Rosso rubino con riflessi violacei. Vino giovane e ricco di frutto dalla grande bevibilità.

Pizza alla Nutella
Siamo arrivati al dolce. Particolare è l’accostamento dolce-salato.
Qui ci vuole un vino che contrasti l’aromaticità e la persistenza della cioccolata pur seguendo la regola dell’abbinamento dolce con dolce.
Vino consigliato: Porto Ruby (Portogallo). Il Porto, o vino di porto, è un vino liquoroso portoghese prodotto esclusivamente da uve provenienti dalla regione del Douro, nel nord del Portogallo, sita a circa 100 chilometri a est della città di Porto.
La sua caratteristica, data oltre al clima in cui maturano le uve, è la fermentazione del vino “fermata” (mutizzata) ad uno stadio iniziale grazie all’aggiunta di alcol vinico, ottenuto da distillazione del vino contenente circa il 77% di alcol.
In questo modo il vino risulta naturalmente dolce, a causa del residuo zuccherino derivante dall’uva che i lieviti non hanno potuto trasformare interamente in alcool perché inibiti dalla concentrazione elevata di etanolo.
Il Ruby è un blended di vini rossi con le caratteristiche dei vini giovani.
Imbottigliato dopo meno di un anno di invecchiamento in grande botte, per via del poco contatto con il legno – dovuto al basso rapporto superficie/volume – e della scarsa ossidazione, si presenta di colore rubino intenso e molto fruttato al naso e in bocca (frutti rossi come di bosco e prugna).

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